La panificazione è un'invenzione rivoluzionaria con la quale l'uomo rinuncia al tribalismo e al nomadismo per la sedentarietà e il vivere in comunità. Seminare, raccogliere e trasformare i cereali è il primo segno di civiltà.
I greci si definivano "mangiatori di farine bianche come la neve" e questo si contrappone ad una versione contemporanea e fantasiosa sul pane integrale degli antichi. Gli ellenici nelle loro panetterie preparavano moltissime tipologie di pane (oltre settanta), dal semidelites fatto con fior di farina di frumento alla bromite impastata con l'avena selvatica alla matza, la focaccia d'orzo che ancora si produce ai nostri giorni. Platone definisce Tearione "mirabile terapeuta dei corpi" confermando la reputazione dei fornai che in quei tempi erano considerati alla stregua dei nostri odierni chef pluristellati!
I romani consideravano il pane al centro della vita quotidiana e a Roma ai tempi di Augusto erano presenti oltre trecento panetterie greche: l'uso del lievito era stato introdotto dai fornai macedoni tre secoli prima di Cristo.
Curiosità:
A Pompei sulle porte delle case si segnava l'ordinazione del giorno. Pane bianco per i padroni, nero per gli schiavi.
Sprecare il pane è considerato un peccato, poichè il pane non è solo un impasto di acqua e farina, ma ha sempre rivestito un ruolo simbolico in ogni epoca.
La parola compagni deriva dal latino cum panis, a dimostrazione del fatto che il pane è simbolo di socialità tra individui che condividono il nutrimento.
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